Fabio Fabbi


Dipinto Orientalista  Fabio Fabbi (Bologna 1861-1946)


Epoca: seconda metà dell'ottocento


Dipinto olio su tela raffigurante scena Orientalista con danzatrici "Odalische".

Mobile cabinet prima metà XIX secolo

Fabio Fabbi (Bologna, 18 luglio 1861 – Casalecchio di Reno, 24 settembre 1945)

Fabio Fabbi nacque a Bologna il 18 luglio 1861 in via Santo Stefano 57. I genitori appartennero all’alta borghesia bolognese: il padre, Giuseppe, fu medico chirurgo mentre la madre, la Contessa Emilia Negri, era proprietaria possidente. 

Presso l’Archivio Storico dell’Accademia di Belle Arti di Bologna si conservano i documenti che testimoniano la sua formazione artistica nella città felsinea. Nel Registro degli Alunni del 1877-78 è segnalato infatti frequentante del quinto anno del corso speciale di scultura, viceversa il fratello, Alberto (1859-1906), intraprese quello di pittura. La segnalazione del 1878 è chiara, indicando che il Fabbi, all’epoca sedicenne, ottenne «menzioni onorevoli in elementi di figura e di scultura».

Nel 1878 si trasferì presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze per approfondire gli studi di scultura sotto il maestro Augusto Rivalta, e nel 1880 ottenne la Medaglia d’Argento per la Scultura dal Vero oltre che un premio di 400 lire. Sempre nell’ambito dell’Accademia fiorentina si inserì il concorso di scultura del 1883 delle Mille Lire vinto da Fabbi con il bassorilievo Una questione d’onore.

E’ dal biennio 1883-1884 che l’artista iniziò a frequentare le mostre organizzate presso il Circolo degli Artisti di Firenze, un crocevia importante di collezionisti e amatori del Bello.

Risale al 1886 il suo viaggio in Egitto, in cui raggiunse il fratello Alberto ad Alessandria d’Egitto. Costituiscono una testimonianza esemplare le fotografie inedite realizzate dall’artista, in cui vennero ricostruiti i set orientali e dove splendide donne dalle pelli lunari assieme a uomini vestiti alla turca si misero in posa per essere fotografati e poi impressi sulla tela. Gli scatti, realizzati in parte nel suo studio e in parte in esterno con l’ausilio di una macchina fotografica Kodak, come lui stesso riporta nei suoi taccuini, mostrano la precisa volontà di registrare in modo asettico ogni dettaglio, ricostruendo nei minimi particolari la scena e l’atmosfera. Alcuni disegni del viaggio furono invece pubblicati da Fabbi stesso nell’album Egitto, ricordi di Fabio Fabbi

Tornato dall’Egitto, espose nel 1888 presso il Circolo degli artisti di Firenze Un terrazzo ad Alessandria, Donna araba, Il vasaio (oggi alla Galleria d’Arte Moderna di Firenze), Vecchio musulmano. All’Esposizione internazionale di Monaco fu premiato per i dipinti La vendita di una schiava e I sette peccati mortali, soggetti che compaiono spesso tra i dipinti con cui si autoritrae. È databile alla fine degli anni Ottanta la decorazione del fumoir del villino Sorani a Firenze con sei grandi tempere di soggetto orientale. Nel 1896 collaborò alla rivista fiorentina Fiammetta, realizzando nel 1897 il manifesto del periodico. 

Nel 1899 vinse un premio a Torino per un Concorso per la testa di Cristo, mentre stava realizzando un lungo viaggio verso Monaco e Varsavia. Altri viaggi fondamentali furono a Parigi nel 1900 di cui rimangono numerose testimonianze visive della città (Boulevard Montmarte; Paris. Place Blanche). 

Nel 1902 realizzó il capolavoro La morte di Anita Garibaldi (oggi presso il Museo del Risorgimento a Firenze) che costituisce un unicum nel panorama delle tematiche scelte dall’artista ma che presenta, forse anche per questo motivo, un forte impatto espressivo in una tematica storica sentita e condivisa.

Risalgono a quegli anni altre opere di soggetto religioso a Bologna e nel circondario, come la Salomè con la testa del Battista del 1897 per la Collegiata di San Giovanni in Persiceto, il Sacro Cuore del 1902 della chiesa di Sant’Antonio Abate di Bologna, ma anche laico come la serie dedicata ai Bolognesi illustri realizzata con il fratello Alberto nella Sala del Consiglio Comunale di Palazzo d’Accursio. 

Fabbi dedicò moltissime opere alla sua amata Bologna, come Le due torri e Le quattro Torri, pendant di valore storico, che conserva intatta la memoria cittadina delle torri abbattute in Porta Ravegnana. Altri soggetti furono Via orefici, Il Nettuno, Piazza Maggiore, e tanti altri.

Oltre al grande contributo all’interno delle Riviste (Fiammetta dal 1897, Italia Ride nel 1900), Fabbi si dedicò anche all’illustrazione dei volumi di narrativa. Collaborò con le più importanti case editrici italiane, come Paravia, Zanichelli, Nerbini, Salani, Gloriosa e Bemporad, certamente distinguendosi come punto di riferimento a livello nazionale.

Nel 1937 si trasferì a Casalecchio di Reno dove collaborò per un Don Bosco (1941) e una Santa Rita (1944) per la chiesa di San Martino. 

Morì il 24 settembre del 1945 a Casalecchio di Reno presso il quartiere oggi scomparso de La Fondazza.

[Autore: Francesca Sinigaglia 2021]


Da ricordare su Fabio Fabbi


  • 1861 – Nasce a Bologna in via Santo Stefano 57
  • 1880 – Diplomato presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze
  • 1886 – Viaggio ad Alessandria d’Egitto
  • 1899 – Viaggio a Varsavia
  • 1900 – Viaggio a Parigi
  • 1937 – Trasferimento a Casalecchio di Reno
  • 1945 – Muore a Casalecchio di Reno


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