Tito Conti


Tito Conti (Firenze 1842 - 1924), “La collana di perle”, 1880 circa.

Olio su tela, cm. 105,5 x 83

Firmato “Tito Conti” in alto a sinistra. Cornice coeva.


La giovane donna della tela, ritratta di tre quarti, indossa abiti ispirati alle vesti romane; una spilla d’argento a forma di scudo, realizzata alla maniera tardo antica, lega i due lembi della stola sulla spalla. A sinistra e sul braccio destro poggia la palla, un mantello tipicamente indossato dalle matrone, in questo caso realizzato in spessa seta e con una fantasia a righe. Possiamo riscontrare la presenza di questo tessuto, probabilmente un costume di scena che il pittore aveva nel suo atelier, anche in altre opere quali Una bellezza italiana, Ritratto di una giovane italiana e l’esotico Odalisca.

L’azzurro delle strisce crea un armonioso contrasto con il sottotono giallo dell’intera composizione in quanto i due colori sono diametralmente opposti nella tavola cromatica.

Gli occhi e i capelli scuri della fanciulla sono messi in risalto da uno sfondo chiaro ed uniforme.

Il suo sguardo è intenso e pensoso e, nel mentre, gioca con le dita con la sua collana di perle dorate, probabilmente provenienti dall’oceano Pacifico. 




Biografia



Tito Conti nasce a Firenze nel 1842. Dal 1855 studia presso l’Accademia di Belle Arti di Firenze; esordisce all’Esposizione Nazionale tenutasi a Firenze nel 1861 con un quadro storico dedicato a Cristoforo Colombo.

Partecipa alle Promotrici fiorentine degli anni seguenti, presentando opere sempre a carattere storico ispirate alla vita di Dante Alighieri. Verso la fine degli anni ’60 Conti, influenzato dalle novità pittoriche, comincia a dipingere scene di genere come Le calende di Maggio a Firenze, opera che presenta a Torino nel 1868, La presentazione e La proposta. Diventa professore presso l’Accademia della città natale e tra i suoi allievi vi fu Arturo Ricci. Nel 1886 realizza per una vendita di beneficenza Una mezza figura di donna

Successivamente è incaricato del restauro dei volti della Madonna di Casale, dipinto a tempera su tavola dei primi del XIII secolo. La tavola, già pesantemente ridipinta a metà Settecento, è stata restaurata negli anni ’80 del secolo scorso, rimuovendo il rifacimento del Conti e restituendo all’opera l’aspetto originale.

La fama dell’artista è tuttavia dovuta ai suoi ritratti, commissionati dagli esponenti dell’alta società toscana; la pittura di Conti, caratterizzata da una stesura quasi trasparente del colore, nonché tonalità tenui e raffinate, era la prediletta delle donne nobili fiorentine, le quali si facevano ritrarre talvolta in abiti storici, come dimostrano le varie versioni di Una bellezza Italiana (1880) e La lettura. Segue un periodo di assenza da mostre ed esposizioni, poi interrotto nel 1907 con la sua partecipazione a Firenze con alcuni Nudi femminili. Muore nel 1924.


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